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al testo di Silvana Sonno
afa ( in de rebus naturae)
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Afa
L’afa compatta nel pomeriggio estivo d’ogni viva presenza diviene vischiosa custode.
Nella stanza in penombra i fiori del vaso assopisce e l’anziana donna, seduta nell’angolo opposto.
La testa è reclina e la mano sta inerte, protesa alla radica gialla del ricurvo bastone giù a terra.
Una libellula nera taglia la densa atmosfera e nel volo decisa indirizza il suo corpo sottile verso i fiori del vaso.
Il gladiolo rosso la chiama, già desto alle morbide ali vibranti e la nera e l’accesa creatura s’allacciano lievi.
L’insetto depone sul fiore il messaggio poi rapido inverte il percorso e sparisce. Il caldo sigilla ogni traccia di seguito al volo.
“Quante piccole forme diverse convivono al mondo. E variate per ogni stagione “ sospira la vecchia signora e sorride al suo giallo compagno.
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